25 giugno. Trantatreesima tappa. Lucania power.

Il giorno di pausa a Rionero mi ha restituito un po’ di brillantezza, anche per merito dell’aromatico vino Aglianico, mentre l’aria fresca che si respira a 650 metri di quota, a pochi chilometri dall’ex vulcano, è confortante, considerando che sul resto d’Italia, e specialmente sul Centro-Nord, ha iniziato ad imperversare una fortissima ondata di calore destinata purtroppo a frantumare molti record storici di caldo.

Atella è il primo paese che incontro, a pochi chilometri di distanza dalla partenza. Più piccola e meno trafficata di Rionero, è quasi una bomboniera. Bella la pavimentazione di alcune strade, realizzata con una pietra chiara e lucida su cui sembra quasi che sia stata posata la cera, ed interessante la Chiesa Madre di Nives risalente al XIV secolo. Spicca anche l’ex convento di clausura delle monache benedettine, un edificio coevo alla chiesa ma di cui restano purtroppo solo i muri perimetrali, che presumo siano state le uniche parti dell’edificio a sopravvivere al terremoto del 1980. C’è poi la Torre Angioina, voluta da Giovanni d’Angiò nel 1330, non visitabile.

La salita verso San Fele è molto panoramica. Indubbiamente il Monte Vulture in tutto il suo profilo grandioso è il protagonista dello scenario che osservo, insieme a Rionero, adagiata alle sue pendici, dove il declivio si distende. Intanto il cielo si è rannuvolato e ha iniziato a soffiare un vento fresco. San Fele, a 870 metri, è una bella sorpresa. Il suo è uno di quegli agglomerati densi ed intricati, disposti verticalmente a scalini sul ripido versante di un’altura che ricorda un cono. È anche un luogo, però, che sembra soffrire di un certo isolamento: i pochi abitanti mi guardano con circospezione, quasi sospetto e non si dimostrano molto loquaci. Anzi, quasi per nulla. Visito comunque le cascatelle, freschi torrenti d’acqua a due chilometri circa dall’abitato e denominate “U uattenniere”.

Dai 1136 metri in poi del Passo delle Crocelle è quasi tutta discesa, fino ai 600 metri dell’incredibile Muro Lucano. Come Calitri e San Fele è un paese presepe, dalla verticalità accentuata, ma rispetto a queste è più grande e ancora più scenografica: i suoi edifici formano un anfiteatro naturale che sorge a ridosso di un orrido, una gola di rocce calcaree molto stretta e profonda che fungeva da difesa naturale, attualmente attraversata dal ponte Pianello tramite il quale accedere al nucleo abitato attraverso l’omonimo quartiere, che è anche il più antico. In alto sorgono il castello e la cattedrale, che possono essere insieme considerati l’acropoli della città. Decido di fermarmi qui per la notte e di trascorrere la serata passeggiando per le sue vie sapientemente illuminate…

Informazioni su Fabio Saracino

Sono un cicloturista per passione e viaggio in bici dal 2008. Nel 2017 ho compiuto il viaggio più lungo, 3500 km nelle isole maggiori e Sud Italia, a seguito del quale ho scritto un libro, "Ciclodiario - Viaggio su due ruote alla scoperta del Sud", che è stato pubblicato dalla casa editrice Ultra (Castelvecchi) e si può acquistare in libreria, anche online
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